COMUNICATO STAMPA DMSA del 21 Aprile 2017: “DDL Senato della Repubblica n. 1324 (riordino delle Professioni sanitarie)”

Salute e Sanità: un binomio imprescindibile ottenibile anche attraverso le Scienze Motorie normate nel riordino delle professioni sanitarie di cui al DDL n. 1324 a garanzia e tutela del Cittadino.

Con il DDL n. 1324 della XVII^ Legislatura, già licenziato dal Senato della Repubblica ed ora al vaglio della Camera dei Deputati attraverso l’Atto della Camera n. 3868 depositato a Montecitorio il 30 Marzo u.s. , comprendente tra le altre materie pure il “riordino delle Professioni sanitarie” – DMSA – Associazione Nazionale Dottori in Scienze Motorie, ritiene sia giunto il momento di fare e di dare – Ordine – anche nelle Scienze Motorie oltre che nelle Professioni sanitarie già esistenti.

 Salute e Sanità, nel punto di convergenza della Prescrizione medica, sono intimamente correlate anche nell’esercizio fisico terapeutico delle Attività motorie preventive ed adattate a soggetti anziani, diversamente abili e secondo le differenti specificità di genere ai fini del mantenimento, recupero e raggiungimento del miglior quadro di salute e benessere psico-fisico. L’esercizio fisico nei soggetti affetti da patologie croniche di tipo metabolico e nei soggetti anziani è ormai considerato a pieno titolo alla stregua di un farmaco da prescrivere e poi da somministrare attraverso protocolli di esercizi. Tuttavia, se per la prescrizione non sussistono particolari criticità esse compaiono per la somministrazione rivolta a tali fragili categorie di soggetti che a causa di un vulnus legislativo di tipo sanitario viene lasciata al caso, al laisser-faire ed all’improvvisazione, laddove la legge invece parla molto chiaro: le “Attività Motorie Adattate” sono di pertinenza e competenza dei laureati in Scienze Motorie (D.Lgs. 178/1998 – art. 2, comma 2, lettera b) Scienze Motorie: area della prevenzione e dell’educazione motoria adattata, finalizzata a soggetti di diversa eta’ e a soggetti disabili). Qualora detto esercizio professionale venga indebitamente delegato, od auto-attribuito, da e ad altri operatori, sanitari e non, come sta avvenendo da tempo in alcune ASL italiane, Toscana in testa, dove le “AFA” vengono spesso illecitamente delegate contra-legem a dei fisioterapisti formati per fare altro, ciò

rappresenta una forma di abuso professionale di cui alla Legge 04/2013 in Chinesiologia, oltre che del D.Lgs. 178/98, le quali stabiliscono entrambe competenze e titoli anche e soprattutto nello svolgimento specifico delle “Attività Motorie Preventive ed Adattate”. Titoli e competenze che sono attributi ai dottori in Scienze Motorie.

Dal 1998 in poi, i laureati in Scienze Motorie – oggi Chinesiologi con Legge n. 04/2013 – eredi orgogliosi dell’Educazione Fisica di tipo tecnico-addestrativo, ginnico-militare, pedagogico-educativa, ludico e medico-sportiva, nonché preventivo-rieducativa, ancora e sempre permeati dal Verbo-maestro dei padri fondatori, quasi tutti medici, tanto nazionali: gli E. Baumann (Ginnastica pedagogica), quanto europei: i P.H. Ling (Ginnastica medica svedese), senza tralasciare quelli della Calistenia classica ed igienica della Fisiologia dell’Esercizio fisico (Mercuriale, Galeno, Ippocrate) mai come oggi tornata in auge, e non prescindendo da quelli correttivi, adattativi e compensativi contemporanei, sia italiani (S. Pivetta, B. Toso, “Back School”, D. Raggi) come francesi (F. Mezieres, A. Lapierre, posturologia, kinesiterapia e psicomotricità) non che anglosassoni (Kabat-Knott: californiani, neurologo lui, insegnate di Educazione Fisica lei) solo per citarne alcuni, ancora attendono dallo Stato italiano una collocazione/conciliazione professionale congrua al loro profilo professionale -di tipo biomedico e sanitario- nell’antinomia legislativa che vede e vuole i laureati in Scienze Motorie assolutamente afferenti alla sfera della Salute e alla Medicina ma non efferenti, ossia generanti effetti, in quella della Sanità: un grave problema questo, non solo deontologico bensì con risvolti sociali, di spesa e soprattutto di statistica medica patologica di enorme portata.

Un cenno, e di tipo speculativo purtroppo, è necessario anche per l’ultimo “Uovo di Colombo”, ossia quello della “scoperta” in prescrizione medica da parte di qualche “ritardatario” delle così dette  ”Attività Motorie Adattate”, ormai largamente conosciute con l’acronimo inglese di “APA” (Adapted Physical Activities), o “AFA” (Attività Fisiche Adattate) all’italiana, sebbene comunque di derivazione canadese (parte francofona), anch’esse sancite dalla Legge italiana, le quali hanno generato in Italia uno specifico campo operativo in seno alle Scienze Motorie (con il D.Lgs. n. 178/1998 art. 2 comma 2 lettera b) ma pure con una laurea specialistica prima, nel 2000 (la L/S 76), divenuta poi magistrale nel 2004: “Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive ed Adattate” (l’attuale LM 67).

Per tutto ciò – DMSA – Associazione Nazionale dei Dottori in Scienze Motorie – Chinesiologi con L. 04/2013 -ritiene- di rivendicare il Diritto, anche per i dottori e gli specialisti in Scienze Motorie, ad una collocazione professionale all’interno del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) finalizzata alla tutela del Cittadino nel quadro della prevenzione generale e specifica delle patologie cronico-degenerative derivanti dalla mancanza e/o carenza di attività fisica. Patologie croniche e metaboliche ormai “epidemiche” sviluppate in una società di consumo anziana, in declino, in sovrappeso, ancora poco informata sui rischi della discinesia. Una società soggetta ai rischi di diabete, di atero ed all’arteriosclerosi, a quadri di demenza e ad alcuni tipi di cancro specifici prevenibili attraverso stili di vita corretti. Patologie e quadri morbosi i quali, in comune, hanno tutti e senza soluzione di continuità, la mancanza di un’attività fisica specifica, regolare, individuale e di stili di vita corretti, un fattore questo che è oggetto della prevenzione terziaria a sua volta disciplina di studio ed intervento dei laureati in Scienze Motorie. Tale correzione sugli stili di vita, insieme ad una profonda lotta al pietoso fenomeno del doping, ormai diffusosi soprattutto a livello amatoriale, necessita in forma esclusiva e normativamente dedicata anche all’interno della Sanità, dell’intervento professionale del laureato e dello specialista in Scienze Motorie.

Da troppo tempo ormai i dottori in Scienze Motorie sono relegati nei sotterranei delle facoltà di medicina italiane per non chiedere, per non pretendere pure loro un proprio “posto al sole” nella Sanità. I laureati in Scienze Motorie, sia di nuovo conio (1998) come pure di vecchia (ma non così tanto) formazione ISEF (Istituto Superiore di Educazione Fisica) si sono timidamente rivolti, con grandi speranze, ed in vero pure con la dovuta deferenza nel ’98 alla Medicina universitaria italiana del terzo millennio quale potenziale “faro d’orientamento scientifico” a garanzia propria e dei loro utenti, sebbene alcuni bisbigliassero, storcessero il naso, temendo, ostracizzando, e non si vorrebbe pensare persino a ragione a questo punto, la così detta “medicalizzazione degli ISEF” già a partire degli anni ’70.

Laureati in Scienze Motorie, dottori e specialisti, Chinesiologi: gli eredi naturali di Rodolfo Obermann e della sua chiamata di intervento all’interno del Regio Esercito Italiano (Genio Pontieri), delle Regie Accademie militari di Educazione Fisica di Roma ed Orvieto e delle tante e meritevoli “Società di Ginnastica d’Italia”, i testimoni morali di Guido Giugni (“Presupposti Teoretici dell’Educazione Fisica”), di Hans Dietrich Harre e della sua rivoluzionaria “Trainingslehre” (Germania est), degli Antonio Dal Monte, dei Marcello Faina e dei Carmelo Bosco, il cui “Ergo-Jump” fu adottato persino dalla NASA,  luminari questi ultimi dell’Istituto di Scienza dello Sport del CONI. Professionisti che nonostante un così vasto, meritato passato venivano ancora ricondotti solo fino a qualche decennio fa, dalla didattica scolastica, alle così dette materie “applicate”, quelle definite secondarie quindi: quali l’educazione musicale, quella religiosa e tecnologica, che nulla hanno mai avuto in meno rispetto alle altre. E pensare che già Platone nel “De Repubblica” collocava la Ginnastica tra le discipline che più avvicinano l’Uomo alla Scienza Pura, e cioè alla Metafisica: la “Prima” tra le scienze.

Insegnanti di Educazione Fisica, oggi Motoria, che nella scuola post ’68na venivano apostrofati come: “i profi dei zompi” ma che dalla loro  hanno sempre avuto i sorrisi e l’affetto indiscriminato degli allievi anche quando questi si erano ormai licenziati dalla Scuola; docenti di una materia che ancora non aveva  ”titolo” tanto a far media scolastica quanto a rappresentare una disciplina scientifica a sé autonoma di insegnamento, i “figli di un dio minore” ai quali tuttavia venivano, e proprio dalla medicina, dalla storia e dai fattori eziopatologici contingenti implicitamente delegate elevatissime funzioni correttive, preventive e compensative di Ginnastica medica per il dorso curvo ed i paramorfismi della colonna vertebrale, incluso il peggiore tra i dismorfismi: l’inarrestabile scoliosi, la quale tuttavia, e proprio attraverso la Ginnastica correttiva, “magicamente” si trattava ed ancora si tratta potendosi fermare.

Diplomati ISEF, oggi LSM, che venivano e tutt’oggi vengono con orgoglio ricompresi nei piani di studio universitari delle così dette “Scuole dell’Efficienza”: ossia le Accademie militari Areonautica di Pozzuoli, Navale di Livorno e dell’Esercito di Modena e appunto Scienze Motorie, professionisti ai quali è stata conferita da sempre una tra le funzioni educative fisiologiche più elevate e delicate della Salute: lo sviluppo motorio e senso-motorio di infanti ed adolescenti e non solo. Professionisti di allora come di oggi che per decenni sono sistematicamente ed infondatamente attaccati e tacciati di “abusivismo” da parte di ex-ausiliari di sanità, spesso tutt’oggi soccombenti nelle varie vicende giudiziarie amministrative, riconvertiti negli anni ’70 a partire dalle qualifiche di porta-lettighe con corsi ospedalieri del fine settimana ed i quali hanno dovuto attendere il terzo millennio, tra miriadi di trasformazioni e persino con più “piroette e capovolte” dei diplomati  ISEF, per ottenere il tanto agognato rango universitario, un livello accademico che questi ultimi invece già possedevano sin dagli inizi del ventesimo secolo, quasi 100 anni prima!

Sviluppo motorio e senso-motorio nell’infanzia e nell’adolescenza quindi, oltre alla presa in carico dei diversamente abili, fisici, motori e neurologici, degli anziani e dei portatori di handicap severi, che in una sola parola è la presa in carico di Persone, di esseri umani, come pure sostiene l’OMS.

Viene spontaneo quindi chiedersi come sia possibile che quello stesso Stato il quale abbia demandato ai diplomati ISEF prima ed ai laureati in Scienze Motorie poi le su citate, elevate, nobili funzioni operative, e precipua tra esse proprio quella dell’educazione e del coretto sviluppo senso-motorio in Età evolutiva, abbia poi potuto vessare, punire, “disconoscere” questi professionisti con la discriminazione di un comma che definire vergognoso è solo un piccolo eufemismo: il comma 7 dell’art. 2 del Decreto legislativo nr. 178/1998, il quale -proscrive- ai laureati in Scienze Motorie funzioni “sanitarie” -persino proprie- e non quale surrogato, “duplicato” o sovrapposizione ad altri profili già esistenti:

“Il diploma di laurea in scienze motorie non abilita all’esercizio delle attivita’ professionali sanitarie di competenza dei laureati in medicina e chirurgia e di quelle di cui ai profili professionali disciplinati ai sensi dell’articolo 6, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni e integrazioni”.

Serviva forse “specificarlo”, in una legge di nuova adozione per “adeguarsi” alla nascente Unione europea? Nel profilo professionale del dentista, dell’infermiere del dietista, del

fisioterapista, compare forse la “norma”, inserita ah hoc da qualche politicante prezzolato, che specifichi che egli “non è un medico di medicina specialistica”, un “biologo-nutrizionista” o un “bio-ingegnere”? Forse un tale insulto professionale edulcorato da “orpello stilistico” legislativo compare pure tra veterinari e biologi, tra psichiatri e psicologi, tra matematici e fisici? Non lo si può pensare. Ha ancora senso, oggi, nel 2017, a quasi vent’anni dalla nascita, monca, tarpea, delle Scienze Motorie un simile abominio legislativo di tipo antidemocratico ed illiberale? Lasciamo alla coscienza del lettore ogni considerazione in merito.

Una professionalità negata con violenza ad un’intera categoria, si parla di circa 100.000 professionisti italiani, europei, ma veramente essi sono “tali”: europei? Europei in che “cosa”? Forse nel solo “Processo di Bologna”: l’ennesima utopia, tarpati così già dalla nascita, in nuce, dalla “culla”, tanto per non offendere o disturbare con i loro salutari “vagiti” di gestualità motoria dal comprovato ed efficiente benessere, dal valore scientifico, misurabile, dimostrabile e ripetibile, quelle categorie professionali già pronte e servite, già composte, già protette: ora dalle lobbies sanitarie, ora dalle caste della politica, ora dalle forze sindacali.

Quello stesso Stato che ha conferito prima tout-court nel 2006, un’equipollenza secca tra le Scienze Motorie e la Fisioterapia: improbabile, iniqua ma per nulla infondata qualora fosse stata seguita dal fantomatico e mai promulgato “Corso su paziente”, già, serviva Coraggio per farlo, per poi abrogarla cinque anni dopo, nel 2011, così come a scuola: con il “cancellino”, lasciando perdurante alle sue spalle un clima da 8 Settembre 1943 permanente, da guerra civile e da Stato di “polizia sanitaria”. Amore per il Caos fine a sé stesso quello all’italiana, nel senso più dispregiativo del termine, fino a giungere alla sterile vacuità politica “dell’armistizio Scienze Motorie/Fisioterapia”, ottenuto attraverso un “Tavolo tecnico ministeriale” iniziato poco dopo l’abrogazione e conclusosi nel 2013, nel quale ed ancora presso il Ministero della Salute, le Associazioni delle Scienze Motorie, della Fisioterapia, dell’Università, delle Regioni e dei Ministeri, hanno voluto ribadire, ancora una volta, qualora mai ce ne fosse stato bisogno, nero su bianco e su carta intestata firmata tra le parti, in modo ridondante e logorroico ciò che già a tutti era perfettamente noto a menadito da sempre: ossia circa le potenzialità e le capacità salutari a tutto tondo dell’esercizio fisico nella sfera generale e specifica della Salute, tanto in medicina preventiva primaria, quando secondaria, terziaria ed adattata. Quale “amara” scoperta!

E verrebbe da rimanere in silenzio, ancora una volta, e non per decenza questa volta, per “rispetto”, bensì per sdegno, e guardare in disparte questo “Riordino delle Professioni sanitarie”, il quale solo apparentemente “non riguarda” anche le Scienze Motorie, se non fosse che posto quanto sopra, si sarebbe ciechi, stolti, inetti, atassici, per non notare come detto provvedimento legislativo debba assolutamente includere pure i laureati e gli specialisti in Scienze Motorie Chinesiologi: per dignità, dovizia e rigore professionale, non che, non fosse altro per Giustizia e per Democrazia! Dottori in Scienze Motorie sanitari non solo per per i tanti, sacrosanti meriti ad oggi acquisiti nel sociale, bensì per le tante e silenziose medaglie faticosamente conquistate sul campo medico del benessere strutturale, neurologico, psico-fisico, viscerale, accademico, scientifico, preventivo e riabilitativo, attraverso oltre 150 anni di storia moderna della medicina e della salute, delle quali, e possono ben dirlo ed a voce alta: fanno meritatamente parte, anche loro: i dottori in Scienze Motorie.

Forse non vorrebbero ma non possono esimersi dal farlo gli LSM, dal dire che: “ci sono anche loro, che pure loro esistono a ‘sto mondo!” ed è per parecchie buone ragioni che devono farlo invece: perché in un Paese membro dell’Unione europea, civile ed industrializzato quale è l’Italia, Salute e Prevenzione senza Sanità sono impossibili, imprescindibili, rischiando di lacerare il sistema del welfare lasciando senza norme sanitarie appositamente dedicate le Scienze Motorie, generando nel Sistema Sanitario lacune scientifiche, umane, sacche di terzo mondo, altro che “baluardi di progresso” europeo!

Non possono esimersi gli LSM adesso, ritirarsi, perché la legge nr. 43/2006 comprende ed assolutamente prevede la possibilità dell’inserimento di “nuove professioni sanitarie”, tra le quali vediamo ad esempio l’osteopata e il chiropratico infatti, così come pure molte altre già esistenti ma ancora da riordinare, e anch’esse da vent’anni, come i Massofisioterapisti post-’99

ad esempio. Anche i laureati in Scienze Motorie nel DDL n. 1324 quindi perché nel disegno di legge in discussione sono progressivamente comparsi pure i chimici, gli odontotecnici, i naturopati e allora perché non-anche loro? Perché non i laureati in Scienze Motorie, i Chinesiologi, perché “loro no?”.

Anche loro nel riordino perché “targati e patentati” tutti gli altri con luccicanti Albi ed Ordini nuovi di zecca, queste, già cenerentole, continuerebbero non-tutelate, a restare orfane di un sistema che non le vuole! Si può anche solo “pensare” questo: in un Paese che si dice “civile”?! Ed orfani soprattutto resterebbero i Cittadini che all’attività fisica “non-normata” si rivolgono, cadendo così nelle mani di sprovveduti e sedicenti  ”personal trainer” con “brevetti” acquistati on-line da “30 ore” pause-caffè incluse, a pagamento e senza esami, contro le 6600 ore di base solo che universitarie (e senza contare il resto della formazione) delle Scienze Motorie le quali diventano 9000 nelle lauree magistrali! Anche gli LSM nella legge di riordino perché ciò rappresenterebbe tanto per cronologia quando per gerarchia del Diritto -una tantum- la cancellazione dell’abominio discriminatorio: quello contenuto nella norma giuridica del comma 7 dell’articolo 2 del Decreto legislativo nr. 178/1998, una norma anti-liberale, violenta, iniqua, sperequativa, cinica, inutile, illeggibile! Quella sì che era da abrogare, altro che il famigerato “art. 1-septies”, il quale poteva essere corretto, indirizzato, riscritto.

Anche i dottori in Scienze Motorie nel DDL n. 1324, perché se l’Italia, è com’è: “una Repubblica fondata sul Lavoro”, allora TUTTI nessuno escluso, pure i laureati in Scienze Motorie hanno DIRITTO a poter lavorare: nel loro ambito, senza sovrapposizioni professionali, senza clonazioni né duplicazioni, bensì in piena serenità e fiducia professionale nel loro ambito scientifico: tanto per sé stessi quanto per i propri utenti e secondo il novero del consenso, e non del “silenzio-assenso”, da parte delle istituzioni.

Per tutto ciò -DMSA- fortemente ritiene che le modifiche presentate dagli Onorevoli: Romani, Bencini, Simeoni, Centinaio, Pagano e Zizza, di cui all’inserimento dell’articolo 3-bis nel Disegno di Legge del Senato nr. 1324 vadano non solo fortemente ma ormai -necessariamente- adottate ed accolte.

L’emendamento, trasformato in Ordine del Giorno, appare quanto mai coerente, ragionevole, fondato, alla luce di tutto quando dalle Scienze Motorie già presentato in precedenza ma soprattutto risulta giusto, neutrale, sinteticamente asciutto, totalmente implicito al provvedimento legislativo stesso del riordino in atto, “riordino” e “nuova individuazione” viene da dire a questo punto, delle (nuove) Professioni sanitarie. Questa è davvero la partita che conferisce la possibilità di chiudere più di un contenzioso pluridecennale generale in Sanità e non solo quella di scrivere un ennesimo, e forse neppure, singolo, sterile, dispari “armistizio”.

Il tema delle Scienze Motorie in Sanità, soprattutto alla luce della specificità e della delicatezza delle “Attività Fisiche Adattate”, va assolutamente ripreso, ri-normato, riscritto e rivisitato. Ciò andava fatto già da subito, dall’inizio, 20 anni or sono, attraverso un percorso normativo di tipo chinesiologico che volendo già esisteva ma che si è volutamente sottaciuto, inosservato, ed il quale dopo i tanti sforzi ottenuti anche attraverso la Legge 04/2013 ha finalmente visto i laureati e gli specialisti magistrali in Scienze Motorie non più come degli “alieni” nel mondo scientifico biomedico-sanitario, dei professionisti “autoreferenziati”, bensì dei fondati portatori di Diritto e di dignità professionale, sebbene già tutti loro lo fossero da prima. Compiuto questo passo, con anche i dottori in Scienze Motorie in Sanità, si vedrà finalmente anche con la Chinesiologia (realmente) clinica un approccio multidisciplinare nella Sanità italiana così come già oggi avviene nella sfera della Salute privata: finalmente una dimensione matura, moderna, europea, leale della Giustizia e del Diritto soprattutto, anche grazie ed attraverso le Scienze Motorie, un tassello che -DMSA- ribadisce: è ormai imprescindibile!

La Presidenza e la Segreteria nazionali DMSA – Associazione Nazionale Dottori in Scienze Motorie – Verona. Dr. Luca BARBIN, Prof. Alda BOCCINI, Prof. Michela FOLLI, Dr. Giorgio PASETTO, Verona, lì 21 Aprile 2017.

Dr. Luca BARBIN – DMSA – Associazione Nazionale Dottori in Scienze Motorie Chinesiologi lucabarbin@gmail.com kineedu@aliceposta.it +39 335 6847544 – www.dmsa.it.

 

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